L’importo della pensione dipenderà dal numero di contributi versati, dallo stipendio e dell’età di pensionamento.
Le variabili che determineranno l’importo sull’assegno pensionistico sono controllabili fino ad un certo punto. Non si può mai sapere cosa riserva la vita e se si riuscirà ad avere una lunga carriera lavorativa senza vuoti contributivi. Ipotizzare quando si è giovani la pensione futura è difficile ma purtroppo c’è una realtà di cui prendere atto.

Man mano che gli anni passeranno l’unico sistema di calcolo della pensione che rimarrà attivo sarà quello contributivo. Determinanti saranno i contributi maturati e l’età in cui si uscirà dal mondo del lavoro a causa dei coefficienti di trasformazione applicati nel conteggio. La stima per tutti è di una pensione più bassa rispetto lo stipendio percepito anche di qualche centinaia di euro. Si capisce bene come chi ha una retribuzione medio-bassa debba preoccuparsi e cercare di trovare una soluzione.
Quella più pratica e comune è l’adesione ad un Fondo pensione che permette la costruzione di una rendita mensile aggiuntiva rispetto l’assegno che erogherà l’INPS. Naturalmente prima si inizierà con i versamenti più alta sarà questa rendita. Per capire quale somma mensile versare per arrivare ad un certo importo bisognerebbe sapere quanti sono gli anni che mancano alla pensione. Certo si può ipotizzare una data ma avere la certezza non è possibile considerando l’adeguamento alla speranza di vita e alle modifiche alle forme di pensionamento.
Quanti anni mancano alla pensione?
Volendo pianificare il futuro finanziario occorre conoscere l’età di pensionamento e lo stato previdenziale. Gli anni contributivi, come detto, sono fondamentali non solo per calcolare l’importo della pensione ma per capire a che età si potrà andare in pensione. Soprattutto chi ha cambiato frequentemente lavoro si troverà ad un certo momento a fare il punto della situazione perché non tutti gli impieghi contribuiscono in egual misura al calcolo finale.

Nel sistema previdenziale attuale la pensione è fissata a 67 anni di età e 20 anni di contributi mentre gli scivoli di pensionamento anticipato prevedono l’accumulo di molti più anni di contributi, fino a 42 anni e dieci mesi. Limite che sicuramente aumenterà nei prossimi anni per l’incremento dell’aspettativa di vita. Questi scivoli, però, non sono convenienti dal punto di vista economico perché prevedono penalizzazioni. Solo se si è riusciti ad ottenere una rendita supplementare abbastanza onerosa si potrebbero utilizzare per non vivere con un assegno troppo basso.
Lo strumento che consigliamo di usare per avere un’idea del futuro pensionistico è “La mia pensione futura” dell’INPS che simula la propria pensione sulla normativa in vigore. La simulazione permetterà di conoscere il presunto termine dell’attività lavorativa in modo tale da pianificare al meglio il futuro.