Lo avete assaggiato per strada credendo fosse ceco, ma la verità sul trdelník è ben diversa: dietro il dolce più instagrammato d’Europa si nasconde una disputa che divide culture e Paesi.
In ogni angolo delle affollate strade di Praga, tra i monumenti storici e le piazze vivaci, un aroma dolce e invitante cattura l’attenzione dei passanti. Si tratta del trdelník.

Un dolce arrotolato che gira lentamente sul fuoco, sprigionando profumo di zucchero e cannella. Lo chiamano trdelník, e molti pensano sia parte del cuore della tradizione ceca. Ma è davvero così? Dietro la sua crosta dorata si cela una storia sorprendente, fatta di equivoci, rivendicazioni storiche e verità taciute. Una dolce apparenza che, una volta svelata, ha acceso dibattiti infuocati in tutta Europa.Ma quello che molti non sanno è che dietro questa apparente innocua delizia si nasconde una storia controversa, capace di scatenare vere e proprie “guerre” culturali.
La verità nascosta dietro al dolce più instagrammabile d’Europa
Nonostante la sua onnipresenza nelle vie del centro storico della capitale ceca, il trdelník non è affatto una tradizione locale come molti venditori vorrebbero far credere. Un recente video realizzato da studenti dell’Accademia di Arti Performative di Praga ha messo in luce questa incongruenza, suscitando dibattiti accesi sia tra i locali che tra i visitatori.
Il video mostra una persona vestita da trdelník gigante che danza tra i turisti a Praga, portando un cartello con la scritta: “Non sono una tradizione ceca”. Questa performance artistica ha voluto evidenziare non solo la falsa narrazione intorno all’origine del dolce ma anche il problema dello spreco alimentare associato ad esso. Molti trdelník finiscono infatti nei rifiuti perché acquistati più per il loro aspetto fotogenico che per il gusto effettivo.

Ma se il trdelník non è ceco, da dove proviene realmente? La risposta ci porta indietro nel tempo fino all’ex Impero austro-ungarico. Originario probabilmente dalla Transilvania o dalla Slovacchia (nota allora come Alta Ungheria), questo dolce ha radici ben più antiche e autentiche rispetto alla sua recente commercializzazione a Praga.
La città slovacca di Skalica rivendica addirittura una versione protetta dell’UE del trdelník chiamata Skalický trdelník, la cui ricetta risale alla fine del XVIII secolo ed è strettamente legata alla figura storica del generale ungherese József Gvadányi.
Quindi, mentre passeggiare per le vie della Città Vecchia con un trdelník in mano può sembrare un’esperienza tipicamente praghese ai turisti ignari, chi cerca autenticità dovrebbe considerare Budapest o altre località dell’ex Ungheria come destinazioni più appropriate per gustarlo seguendo la tradizione.

Questo episodio solleva questioni importanti riguardanti l’autenticità culturale e le pratiche turistiche responsabili. In un mondo globalizzato dove le esperienze autentiche sono sempre più ricercate dai viaggiatori consapevoli, episodi come quello dei falsi trdleník cechi servono da monito sulla necessità di approfondire le conoscenze sulle culture locali prima di abbracciarne superficialmente gli aspetti più pittoreschi.
In definitiva, mentre mangiare un trdelník zuccherato può essere inevitabile durante una visita a Praga o Budapest – indipendentemente dalle sue vere origini – diventa fondamentale fare scelte consapevoli come consumatori e viaggiatori nel rispetto delle vere tradizioni culinarie dei luoghi visitati.




