Il Consiglio comunale verso la bocciatura del progetto di ristrutturazione dell’Hotel San Domenico. L’elaborato non è ancora arrivato in aula e la discussione a Palazzo dei Giurati deve ancora iniziare, e manca pure il parere della Soprintendenza (atteso nei prossimi giorni) ma proprio dal Comune arrivano i primi segnali su quello che potrà accadere in sede di Civico consesso. Il presidente del Consiglio, Antonio D’Aveni si è recato nelle scorse ore al San Domenico nel tentativo di incontrare la proprietà e per discutere la situazione.
Incontro in hotel. “Sono andato al San Domenico nella mattinata di venerdì scorso e ho avuto modo di parlare con uno dei responsabili della struttura – spiega D’Aveni – evidenziando che erano stati assunti degli impegni con il Comune, da parte della proprietà, per garantire i lavoratori e noi chiediamo innanzitutto il rispetto di quegli impegni presi in una riunione avvenuta in municipio. Ma ho anche e soprattutto comunicato che il progetto di ristrutturazione dell’albergo, per come è stato presentato, non è sostenibile e il sottoscritto voterà contro ed anche una buona parte del Consiglio comunale, allo stesso modo, ha già fatto sapere che non è d’accordo sul progetto. Il San Domenico è patrimonio dell’attuale proprietà ma è anche patrimonio della città di Taormina, che lo ritiene un simbolo indiscusso del turismo e un autentico pezzo di storia di Taormina. Il progetto attuale, in questi termini, non è approvabile. La mia coscienza mi porta a non poter votare un progetto del genere. Non si può votare favorevolmente ad una sopraelevazione di 4 metri in pieno centro storico, che oltretutto andrebbe a ostruire la visuale dell’Etna che da sempre si può apprezzare da piazza IX Aprile”.
La vendita degli arredi. Poi D’Aveni si è anche soffermato sulla dismissione degli arredi dell’hotel: “Nel mio ruolo istituzionale ma anche da semplice cittadino di Taormina, non posso che esprimere forti perplessità anche sull’avvenuta vendita del mobilio e gli arredi dell’albergo – continua D’Aveni -. La direzione mi ha mostrato le parti antiche oer rassicurarmi che quelle non sono state interessate dalla vendite ma vedere, per il resto, che tutti i vari arredi del San Domenico sono stati dati via è una pagina che si poteva evitare. Per altro, il San Domenico è stato spogliato come se, in pratica, fosse già stato approvato il progetto e come se tutto fosse pronto per avviare i lavori quando invece pareri e autorizzazioni del Comune come pure della Soprintendenza al momento non ci sono”.