I due amanti si erano dati appuntamento in un albergo di Fossò. All’arrivo del coniuge tradito scoppia il caos

Caos per corna. Una storia che si ripete per l’ennesima volta.
Lui piomba nella hall di un hotel di Fossò (Riviera del Brenta) e comincia a inveire talmente violentemente, che la direttrice si trova costretta a chiedere l’intervento dei carabinieri per riportarlo a più miti consigli.
Ed è solo quando arriva la pattuglia di Campagna Lupia che si scopre il motivo di tanta rabbia e furore.
L’uomo che continua a imprecare e maledire è un marito che non solo ha appena scoperto il tradimento della moglie, ma anche il luogo dove lo consumava e soprattutto con chi. Ovvero con il suo capo. Niente di più scontato. Solo che in questo caso tutta la tresca si sviluppa all’ombra di un municipio. Sì, perché i due fedifraghi sono niente meno che il sindaco di un comune del Veneziano e una delle sue dipendenti: entrambi sulla cinquantina, entrambi con la fede al dito.
Solo che a smascherare l’adulterio è stato il compagno della donna, il quale quando l’ha vista scendere le scale, l’avrebbe apostrofata in maniera a dir poco pesante, minacciando per ritorsione, in preda ai fumi della rabbia, di sbugiardarla sul web e sui giornali. Una situazione ad alta tensione che rischiava di degenerare e che poi, grazie all’opera di mediazione dei militari, si è ridimensionata.
Secondo i ben informati la relazione intrecciata tra i due non sarebbe una classica scappatella, al contrario fondata su un sentimento piuttosto profondo e serio, scaturito da un innamoramento fra due persone adulte sbocciato sul luogo del lavoro, giorno dopo giorno. Purtroppo ci sono due famiglie di mezzo e forse un po’ di lealtà e sincerità non sarebbero guastate. Resta la consolazione che l’azione plateale di un marito ferito nel profondo, ingannato nella fiducia, deluso da bugie e sotterfugi sia per lo meno servita a fare un po’ di chiarezza e di verità. In modo tale da definire civilmente la questione.