Nel 2003 l’attrice fu costretta agli arresti domiciliari per sei mesi. Ora le vengono riconosciuti i danni morali

Serena Grandi verrà risarcita con 60mila euro per la detenzione ai domiciliari, patita tra il novembre 2003 e l’aprile 2004, nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga. Lo ha deciso la Corte di appello di Roma, accogliendo l’istanza di riparazione “per danni morali e materiali” del legale dell’attrice.
I pm, dopo sei anni di indagini, archiviarono infatti l’accusa di detenzione, ai fini di spaccio, di alcuni grammi di cocaina.
Per i giudici della quarta sezione penale della corte di appello di Roma presieduta da Gian Paolo Fiorioli, che ha accolto solo in parte le richieste dei legali dell’attrice, ridimensionando l’entità del risarcimento, “appaiono rilevanti i danni morali conseguenti all’ingiusta detenzione, avuto soprattutto riguardo alla assoluta incensuratezza di Serena Grandi e alla gravità delle accuse e altrettanto rilevanti i danni conseguiti alla lesione dell’immagine e della rispettabilità sociale, anche per la notorietà acquisita dalla vicenda finita sugli organi di informazione”.